In data 14 luglio 2020 il Presidente del Consiglio dei Ministri con la controfirma del Ministro della Salute, ha prorogato sino al 31 luglio 2020 le misure urgenti di contrasto e contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale del virus covid-19 assunte lo scorso 11 giugno, confermando altresì, sino alla medesima data, le disposizioni contenute nelle ordinanze del Ministero della Salute del 30 giugno e del 9 luglio.

L’allegato 1 al DPCM del 14 luglio contiene le “Linee guida per la riapertura delle Attività Economiche, Produttive e Ricreative della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome del 14 luglio 2020” formulate dalla medesima conferenza con nota protocollo 20/127/CR7ter-/COV19.

La scheda relativa alle PISCINE conferma quanto contenuto all’interno dei precedenti atti e dettaglia gli elementi cui ottemperare.

Va doverosamente considerato che la conferma da parte della Conferenza delle Regioni della scheda in questione, ribadisce ulteriormente la condivisione di quanto espresso nel Rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità 37-2020 in materia di piscine, da parte delle diverse Autorità Centrali attestandone la sua validità complessiva.

Più in generale deve essere osservata l’efficacia che ne è derivata e continuerà a derivarne dall’utilizzo delle misure di contenimento del contagio, attraverso il rispetto delle misure essenziali adottate (protezione delle vie respiratorie, distanziamento interpersonale e igiene della persona).

Lo evidenziano le numerose ricerche che mettono a confronto l’impatto epidemico dovuto al CoViD-19, nelle situazioni che non prevedono l’adozione di misure di contenimento del contagio e quello nelle situazioni che lo prevedono.

 

 

 

Un esempio è quello pubblicato sulla rivista Emerging Infectious Diseases e condiviso dai Centers for Disease Control and Prevention statunitensi che, in un grafico, traccia l’andamento epidemico nelle due condizioni.
Se ne deduce in modo evidente che, attuando con buon senso e responsabilità le raccomandazioni precedentemente menzionate, evitando soprattutto gli assembramentiè possibile rallentare (se non interrompere) la diffusione del virus, offrendo a chi lo contrarrà maggiori occasioni di essere curato al meglio.