In relazione alle decisioni assunte dalla Consulta, che ha accolto il ricorso portato avanti dallo Stato contro le decisioni adottate dalla Regione Valle d’Aosta, che ha sancito che spetta al Governo nazionale e non alle Regioni elaborare misure antipandemiche, in questi giorni i Ministri della Salute e dei rapporti con le Regioni stanno valutando le regole da adottare nell’imminenza della scadenza del DPCM in vigore che cesserà di efficacia a partire dal 6 marzo.
Si prospettano decisioni che paiono orientate a mantenere in vigore gli attuali vincoli, anche implementandoli in determinate aree vulnerabili del territorio travalicando la regola della delimitazione regionale.
I cittadini avranno modo di sperimentare i nuovi divieti o l’implementazione delle limitazioni a partire dall’entrata in vigore del nuovo DPCM che avrà validità sino al 6 aprile e che potrebbe già essere adottato alla fine della corrente settimana, quindi con uno spazio temporale per l’organizzazione di chiusure/aperture di maggiore respiro rispetto ai precedenti provvedimenti.
Il provvedimento confermerà la chiusura dei cinema, dei teatri, delle palestre e delle piscine, unitamente a bar e ristoranti per i quali funziona solamente l’asporto.
L’attesa degli appassionati dell’acqua e di tutto il mondo lavorativo che gravita intorno alla balneazione in piscina e agli impianti natatori, almeno per un altro mese.
Secondo il parere espresso dal Comitato Tecnico-Scientifico si potrà procedere alla riapertura solamente quando si arriverà ad un rapporto di 50 persone contagiate ogni 100.000 abitanti che rappresenta un parametro basso e, oggi, particolarmente lontano osservando il quotidiano incremento dei contagi; questo dato equivarrebbe al raggiungimento della ipotizzata (e mai raggiunta ad oggi) “fascia bianca”.
Sicuramente, nelle prossime settimane, gli indicatori potranno e saranno rivisitati anche per avviare le modalità di scaglionamento degli ingressi nelle diverse realtà, ma al momento i Tecnici del Comitato non ritengono possa essere permesso il libero accesso neppure nel pieno rispetto delle condizioni di fruizione a suo tempo convenute.
È confermata la possibilità di fruire, nei territori in “fascia gialla” dei centri e dei circoli sportivi per svolgervi attività sportiva all’aperto rispettando il distanziamento, ma senza la possibilità di utilizzo degli spazi chiusi quali gli spogliatoi.
Rimangono non praticabili gli sport di contatto mentre sono permessi gli allenamenti individuali.
L’attesa è ora rivolta all’emanazione del nuovo provvedimento che sarà concertato con le Regioni e sul quale le stesse avranno modo e tempo di riflettere per esprimere le loro controdeduzioni che, al momento, sembrano aver portato ad una ridefinizione dei tempi di entrata in vigore che non sarà la giornata della domenica ma quella del lunedì.