Il 15 gennaio e scattato l’obbligo del Certificato Verde rafforzato per accedere al posto di lavoro per tutti i lavoratori di età compresa tra i cinquanta e i sessantacinque anni e, contemporaneamente, i circa 820 mila italiani privi della certificazione sono passati nella categoria dei potenziali lavoratori a rischio sanzione.

Una stretta introdotta dal Governo lo scorso 7 gennaio quando la situazione era particolarmente difficile con oltre 200 mila contagi ogni giorno e la situazione dei posti letto disponibili nelle corse e nelle terapie intensive degli ospedali sollevava preoccupazioni.

In questi ultimi giorni i numeri relativi ai casi rilevati si sono ridimensionati e da diverse parti iniziano a sollevarsi istanze, sempre più insistenti, che ipotizzano l’abbandono del  certificato già da inizio marzo, oltre che per il lavoro, anche per viaggiare, andare in piscina, … anche all’aperto.

In caso di inadempienza sono previste sanzioni che si materializzano in € 100 per coloro che non sono in regola e, se sorpresi al lavoro carenti del certificato, l’importo varia tra 600 e 1.500 euro.

L’abrogazione del Certificato Verde rafforzato è anche stato chiesto da alcune componenti governative che spostano però la data al 31 marzo, allo scadere cioè dello stato di emergenza che, si è già saputo per vie ufficiose, se l’andamento epidemico continuerà a scendere, non verrà reiterato come auspicato dagli esperti governativi.

D’altra parte è dimostrato che la variante oggi infettante, contagia anche i vaccinati e il Certificato Verde rafforzato non è finalizzato a produrre effetti protettivi, bensì a difendere dalla malattia grave; al limite è da considerare un aiuto agli incerti per aderire alla vaccinazione se ancora non l’hanno fatto.

Dall’11 gennaio in avanti, le prime somministrazioni sono andate infatti calando e da alcuni giorni sono scese ulteriormente; praticamente gli adulti non si vaccinano più, neppure tra chi ha più di cinquant’anni per i quali però, come già detto, è scattato l’obbligo per poter lavorare.

Stimando che sul totale privo di certificazione il 40% non lavora per vari motivi, coloro che di fatto non accolgono l’obbligo è pari circa a 500 mila persone.

La cancellazione del Certificato Verde rafforzato potrebbe anche favorire il turismo tenendo conto che molti stranieri provengono da paesi che non lo hanno mai introdotto o non lo hanno più perché abrogato; il paradosso che si verrebbe però a creare è che potrebbe restare il Certificato Verde base che vene rilasciato con il semplice tampone che rappresenterebbe comunque una garanzia in più.