INAIL e Istituto Superiore di Sanità hanno prodotto in questi giorni il documento allegato a questo articolo, contenente le ipotesi di rimodulazione delle misure contenitive del contagio da CoViD-19 nel settore della ristorazione.
Il suo contenuto coinvolge anche gli impianti piscina nei quali viene ad essere esercitata, oltre alla finalità istituzionale della balneazione, anche quella del servizio di ristorazione a vario titolo prestata (compresi i servizi bar) sia per personale dipendente che per fruitore generico.

Le indicazioni contenute nel documento devono essere considerate all’interno di una pianificazione propedeutica alla presenza delle specifiche condizioni di allentamento delle misure contenitivo; hanno quindi carattere generale, demandando agli enti preposti e alle autorità competenti la declinazione di specifiche indicazioni attuative.

Vengono altresì richiamate le responsabilità (soggettive e collettive) delle organizzazioni di settore, per assicurare efficacia ed efficienza alle misure di prevenzione e mitigazione.

Considerato che la ristorazione, a qualsiasi titolo espressa, deve già rispettare specifiche norme di igiene e adeguate procedure nonché norme di tutela della salute e sicurezza sul lavoro per il personale coinvolto (D.Lgs. 81/08), ad esse debbono essere aggiunti altri elementi di attenzione tra i quali il distanziamento sociale durante il servizio, l’uso di mascherine da parte dei clienti e lo stazionamento temporale di persone che possono potenzialmente generare contatto infettivo di superfici, stoviglie e posate.

Altri aspetti importanti sono il ricambio di aria naturale e la ventilazione dei locali confinati (specie servizi igienici privi di areazione naturale) e l’organizzazione dei sistemi di igiene individuale delle mani e degli ambienti; quanto indicato privilegia soluzioni che utilizzino spazi all’aperto rispetto ai locali chiusi.

Gli spazi dei locali di ristorazione deve pertanto essere rivisto riposizionando tavoli e posti a sedere, distanziandoli (considerando lo spazio di movimento del personale) di almeno 2 metri e, comunque, con un distanziamento tra clienti, durante la consumazione (senza mascherina), adeguato; deve comunque essere definito un limite massimo di capienza prevedendo uno spazio non inferiore a 4 metri quadrati per ciascun cliente (fatte salve misure organizzative tipo barriere divisorie).

L’utilizzo degli spazi può avvenire per turni successivi con prenotazione, per prevenire assembramenti di persone in attesa all’esterno o in altre aree; non è consentito il consumo del cibo in piedi.

I prodotti disponibili e serviti devono essere resi consultabili su fogli monouso (oppure su lavagne, via app e siti, …) e i clienti dovranno sempre indossare la mascherina ad esclusione del momento della consumazione; da favorire i pagamenti elettronici e l’installazione di barriere nelle zone necessarie (es. cassa).

Devono essere disponibili prodotti igienizzanti per clienti e personale anche in più punti (es. accesso ai servizi igienici, …) e, al termine di ogni servizio, attuate le misure di igienizzazione delle superfici; le suppellettili preferibilmente usa e getta.

Infine, relativamente al personale lavorativo, nel documento viene fatto riferimento alla presenza di personale (cucina, servizio ai tavoli, attività amministrative) per il quale sono opportune informative di carattere generale sul rischio CoViD-19 e  mirate su norme igieniche da rispettare e utilizzo dei D.P.I. anche concernenti la vestizione/svestizione.

Per tutti è ribadita la necessità dell’igiene delle mani, utilizzando dispenser con soluzione idroalcolica.

Ultima ma non meno importante sottolineatura, dopo aver precisato le differenti necessità comportamentali delle figure summenzionate, è rivolta ai locali spogliatoio e ai servizi igienici, in particolare prevedendo un’adeguata attività di pulizia degli stessi.

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